L’uomo sposato / Edmund White

pp. 392 • isbn: 978-88-99452-56-8

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19,00

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L’uomo sposato

Edmund White

Traduzione di Alessandro Bocchi

Austin è un cinquantenne americano, gay e sieropositivo, che vive a Parigi (siamo a cavallo degli anni Ottanta e Novanta). Giornalista culturale per riviste di lingua inglese, impegnato nella stesura di una voluminosa enciclopedia sui mobili antichi (il suo campo di studi) è un brillante frequentatore dell’aristocrazia francese, e dei ricchi espatriati americani a Parigi. Per caso, in una piccola palestra, conosce Julien, un architetto ventottenne, sposato.  Giovane e attraente, con modi eleganti e un’attenzione ostinata per il proprio aspetto non esita a esibire una sincera ambiguità sessuale. «È merce particolare» avverte un amico di Austin, riferendosi ai pregi e ai difetti di una possibile relazione con un bisessuale, con un “uomo sposato”. Il rapporto sentimentale tra Julien e Austin si consolida, e assume anche il divertente e istruttivo aspetto di un’autentica collisione tra Nuovo e Vecchio Mondo, tra cultura americana e cultura francese. Ma all’orizzonte incombe un’ombra dolorosa. Julien, infatti, ha alcuni problemi di salute, solo apparentemente banali, che non riesce a risolvere. Scopre così di essere anch’egli sieropositivo, ma, a differenza di Austin, che è in forma e robusto, dopo un primo periodo di difficile assestamento, Julien è costretto ad affrontare il graduale peggioramento delle proprie condizioni. Quarto e ultimo volume della celebre tetralogia parzialmente autobiografica di White (Un giovane americano, La bella stanza è vuota, La sinfonia degli addii) è la cronaca di un amore adulto, sincero e complesso, negli anni difficili dell’esplosione dell’AIDS.   

 

 

«Edmund White ha tre voci. Prima di tutto c’è lo spigliato raccontatore di storie, l’acuto flaneur con il gusto per la conversazione e l’aneddoto. Poi c’è il poeta: in ogni pagina si trova una metafora di una precisione sorprendente, un’immagine che attrae e monopolizza l’occhio. E infine c’è il filosofo laico, che osserva l’esistenza umana dall’alto, grazie ad abbondanti iniziazioni di cultura e di vita vissuta.»

 

Martin Amis